Il Segno delle Corde
Nel tempo, ho compreso che le corde nella Capoeira non sono soltanto un segno di avanzamento tecnico. Sono, piuttosto, le cicatrici di un cammino. Ogni nodo, ogni colore, ogni passaggio racconta una storia di scelte, di rinunce, di disciplina silenziosa.
La corda non è solo quella che si vede ai fianchi, ma è quella invisibile che lega il cuore del capoeirista a una pratica che spesso chiede più di quanto restituisca. È fatta delle volte in cui si è detto “no” ad altro per dire “sì” al gioco, alla roda, al gruppo. È fatta delle volte in cui si è arrivati comunque, anche stanchi, anche delusi, anche soli.
Il Segno delle Corde
Nel tempo, ho compreso che le corde nella Capoeira non sono soltanto un segno di avanzamento tecnico. Sono, piuttosto, le cicatrici di un cammino. Ogni nodo, ogni colore, ogni passaggio racconta una storia di scelte, di rinunce, di disciplina silenziosa.
La corda non è solo quella che si vede ai fianchi, ma è quella invisibile che lega il cuore del capoeirista a una pratica che spesso chiede più di quanto restituisca. È fatta delle volte in cui si è detto “no” ad altro per dire “sì” al gioco, alla roda, al gruppo. È fatta delle volte in cui si è arrivati comunque, anche stanchi, anche delusi, anche soli.
Nel mio percorso, ho imparato a guardare le corde degli altri con rispetto. Non per la loro altezza, ma per ciò che rappresentano. Per il tempo che hanno resistito, per ciò che hanno sacrificato, per quante volte hanno scelto la Capoeira al posto di qualcosa che avrebbero potuto desiderare di più facile.
Ho imparato che la vera forza non è nel colpo preciso, ma nella costanza. Che la vera bellezza non è nella tecnica, ma nella fedeltà a un cammino. E che le corde, come cicatrici, non vanno giudicate: vanno ascoltate.
Perché in fondo, la Capoeira continua a Giocare solo grazie a chi ha deciso di non fermarsi, nonostante tutto. E a me, resta il compito di imparare ancora. Anche solo a rispettare ciò che io stesso non ho ancora saputo fare.CMG
Português (brasileiro):
O Sinal das Cordas
Com o tempo, compreendi que as cordas na Capoeira não são apenas um símbolo de progresso técnico. São, na verdade, cicatrizes de um caminho. Cada nó, cada cor, cada troca conta uma história de escolhas, renúncias e disciplina silenciosa.
A corda não é só aquela que se vê na cintura, mas também aquela invisível que amarra o coração do capoeirista a uma prática que muitas vezes exige mais do que oferece. É feita das vezes em que se disse “não” a outras coisas para dizer “sim” ao jogo, à roda, ao grupo. É feita das vezes em que se chegou mesmo cansado, mesmo decepcionado, mesmo sozinho.
No meu caminho, aprendi a olhar para as cordas dos outros com respeito. Não pela altura, mas pelo que elas representam. Pelo tempo que resistiram, pelo que sacrificaram, por quantas vezes escolheram a Capoeira em vez de algo mais fácil ou desejável.
Aprendi que a verdadeira força não está no golpe preciso, mas na constância. Que a verdadeira beleza não está na técnica, mas na fidelidade ao caminho. E que as cordas, como cicatrizes, não devem ser julgadas: devem ser escutadas.
Porque, no fim das contas, a Capoeira continua a Jogar graças àqueles que decidiram não parar, apesar de tudo. E a mim, resta o dever de continuar aprendendo. Nem que seja só para respeitar o que eu ainda não consegui fazer.CMG
English:
The Mark of the Cords
Over time, I’ve come to understand that the cords in Capoeira are not just symbols of technical progress. They are, in truth, the scars of a journey. Each knot, each color, each level tells a story of choices, of sacrifices, of silent discipline.
The cord is not just the one you wear around your waist, but the invisible one that binds a capoeirista’s heart to a practice that often demands more than it gives back. It is made of the times we said “no” to something else to say “yes” to the game, the roda, the group. It is made of the days we showed up tired, disappointed, or even alone.
Along my path, I’ve learned to look at others’ cords with respect. Not for their level, but for what they represent. For the time they’ve endured, for what they’ve given up, for how many times they chose Capoeira over something easier or more tempting.
I’ve learned that true strength isn’t in the perfect strike, but in consistency. That true beauty isn’t in technique, but in loyalty to the path. And that cords, like scars, are not to be judged — but listened to.
Because, in the end, Capoeira keeps Playing thanks to those who chose not to stop, despite everything. And as for me, I still have much to learn. Even if it’s only learning to respect what I myself have not yet been able to do.CMG
Aggiungi commento
Commenti